(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 109

 

 

A VOLO D’ANGELO

 

PROLOGO

 

 

            La scena del crimine è delimitata dal consueto nastro giallo della Polizia. I corpi giacciono all’interno dell’area interdetta riversi al suolo. Tre e tutti maschi ed il loro sangue è sparso per tutto il vicolo.

Non è stata una bella morte, pensa il Detective Farrow del Distretto di Midtown Nord ma considerando quello che volevano fare alla loro mancata vittima, non prova molta pietà per loro.

La ragazza ha detto che a salvarla è stata una donna in costume armata di una specie di spada con cui ha letteralmente sbudellato quei tizi. Ci mancava solo una nuova vigilante violenta. Il Punitore ha fatto scuola.

            Un rumore alle sue spalle lo distrae dai suoi pensieri. Farrow si volta più rapidamente di quanto ci si aspetterebbe da un uomo della sua robusta stazza. Davanti a lui c’è un uomo sui cinquant’anni, quasi calvo e con gli occhiali.

-Joe, che ci fai qui?- gli chiede -Questa non mi sembra una questione di Crimine Organizzato. Chiunque fossero questi tizi, direi che erano solo dei balordi.-

-Può darsi.- replica il Tenente Joe La Bianca della Divisione Imprese Criminali -Tuttavia… ho sentito la notizia alla radio di bordo della mia auto e mi ha ricordato qualcosa che è successo qualche anno fa… qualcosa che speravo appartenesse al passato.-

-Che intendi dire? Aspetta, ora ricordo: era un caso che avevate seguito tu e Peter Denyse, non è vero? C’era di mezzo una specie di ninja, giusto?-

-Una specie.- replica La Bianca oltrepassando il nastro giallo e dando un’occhiata in giro per nulla impressionato dallo stato dei cadaveri.

Il suo viso sbianca vedendo un simbolo tracciato su una parete chiaramente col sangue.

-Lo avevo già notato ed i ragazzi della C.S.U.[1] lo hanno fotografato.- dice Farrow -Penso che l’abbia tracciato la nostra misteriosa vigilante con la punta della sua spada dopo averla intinta nel sangue di uno di questi disgraziati. Sembra un ideogramma cinese.-

-Un kana[2] giapponese in realtà.- precisa La Bianca -L’ho già visto una volta, proprio qui a Midtown. Era su parete della casa di un piccolo boss della Yakuza[3] a cui avevano staccato la testa con un colpo di spada. Anche in quel caso era stato tracciato con il sangue… il suo. Significa morte ed anche che lei è tornata.-

 

 

1.

 

 

            Vancouver, Provincia della Columbia Britannica, Regno del Canada, una città prospera che da qualche anno è divenuta la location preferita di molte produzioni televisive e cinematografiche americane grazie agli incentivi del governo provinciale.

            La troupe della serie Agents of F.B.S.A., prodotta dagli Empire Studios per la ABC TV, si è trasferita a Vancouver per girare alcune scene in esterni ma un imprevisto rischia di mandare all’aria le riprese.

Uno dei responsabili delle pubbliche relazioni degli Empire Studios, un giovane canadese di colore di nome Kyle Jinadu, è finito nel mirino di un boss della Yakuza che ha scatenato sulle sue tracce nientemeno che i temibili killer ninja della società segreta conosciuta come la Mano.

Non volendo agire direttamente in suolo straniero, il governo canadese, tramite il Dipartimento H, ha ingaggiato Daken, il figlio di Wolverine, come guardia del corpo di Kyle. Daken ha sventato un paio di attentati al suo protetto ma una volta arrivato a Vancouver ha avuto la conferma di essere lui stesso un bersaglio della Mano. Per sua fortuna ha anche trovato dei validi alleati, uno dei quali è ora al suo fianco.

-Beh, ragazzo…- gli si rivolge Puck, membro di Alpha Flight, il gruppo ufficiale di supereroi canadesi -… devo ammetterlo, hai la stessa attitudine a cacciarti nei guai di tuo padre.-

            Daken ignora i suoi commenti mentre con i suoi due artigli per mano sguainati si lancia contro gli avversari.

            Quelli che ha di fronte sono membri dell’èlite di assassini della Mano ed invece della classica tunica di quella setta ognuno di loro indossa un costume diverso. Lui li conosce tutti, un tempo non lontano era uno di loro, e sa che non può avere esitazioni.

            La donna che si fa chiamare Lady Gorgon evita di misura l’affondo di Daken e rotola sul terreno. Il figlio di Wolverine sogghigna e si appresta a colpirla ancora quando sente due mani posarsi sulle sue spalle ed una voce sepolcrale dire:

-La tua vita è mia.-

            Un senso di nausea e vertigine lo assale, le ginocchia gli cedono ed il buio cala sui suoi occhi.

 

            Un piccolo motel fuori El Paso, Texas. Ai tempi del vecchio West forse le sparatorie erano un fatto frequente ma non nel XXI secolo. Il rumore della detonazione risuona nel caldo pomeriggio, il proiettile attraversa l’aria ed uno dei tre uomini sulle scale crolla all’indietro rotolando lungo gli scalini.

            Un altro uomo prova ad estrarre la sua pistola ma prima che possa riuscirci un secondo proiettile gli attraversa la scatola cranica. È morto prima di cominciare a cadere.

            Il capo del gruppetto, che ha detto di chiamarsi Stewart Carter, capo della Polizia di una piccola città dell’Alabama, ha estratto a sua volta, ma la donna che si fa chiamare Kestrel si è messa al riparo e risponde al fuoco.

Una ragazza bionda che potrebbe avere quindici anni si è messa a correre spaventata ma improvvisamente è bloccata da una mano che le afferra un braccio. La ragazza grida poi vede chi l’ha fermata e sospira di sollievo.

-Che cavolo sta succedendo, Sally-Anne?- le chiede un afroamericano dal fisico muscoloso, una benda sull’occhio sinistro e due folti baffi che gli incorniciano il labbro superiore.

-Mio padre… è arrivato qui e Kestrel ha sparato…-

-Ci penso io.- replica l’uomo.

            Nonostante l’aria decisa l’uomo, il cui nome è Rufus Carter deve ammettere di non avere la più pallida idea di come fare.

 

            Quello che Miranda Rand si trova di fronte è una creatura non umana, alta almeno tre volte più di lei e massiccia. La voce che esce dalle sue labbra le suscita un involontario brivido.

-Io sono Ch’i-Lin, l’uccisore degli Iron Fist e voglio l’attuale.-

-Ed io ti ripeto che è me che avrai.-

-Sento in te il potere del Pugno d’Acciaio, ma come è possibile? Può esserci solo un Iron Fist per volta-

-Le regole sono cambiate. Orson Randall mi ha passato il suo potere quando è… morto,[4] ora è mio.-

-Orson Randall… l’unico che sia riuscito a sfuggirmi. Morirai al posto suo-

-Non esserne così sicuro, bestione.-

            Le mani di Miranda brillano mentre lei incanala in esse il potere del Pugno d’Acciaio e colpisce. L’aria crepita di energia mentre si ode un rombo simile a quello di un tuono distante e quando cessa il demone o qualunque cosa sia è ancora in piedi e ride.

-Ora lo sai anche tu, ragazzina: il potere del Pugno d’Acciaio non può farmi nulla. Coloro che lo hanno posseduto sono tutti caduti davanti a me ed ora è il tuo turno.-

         Un secondo dopo il misterioso essere afferra Miranda sollevandola all’altezza del suo volto.

-Sarò misericordioso con te e ti finirò in fretta e senza dolore, non troppo almeno.- le dice:

            Miranda comincia a chiedersi se non ha fatto la scelta sbagliata.

 

 

2.

 

 

            C’è un uomo, o forse un demone o qualcosa di molto simile, che racconta di essere figlio della Morte, indossa una maschera a forma di teschio, o forse è davvero il suo volto, il suo nome è Shibou, è uno dei membri dell’élite di Killer della Mano ed il suo potere è quello di dare la morte con un tocco delle sue mani.

            A Daken non importa sapere il suo nome mentre il suo fattore di guarigione tenta di contrastare il tocco mortale di Shibou. Che modo stupido di morire, pensa il figlio di Wolverine mentre crolla in ginocchio e la vista gli si annebbia.

            Improvvisamente ode una specie di ronzio e poi non sente più il tocco delle mani di Shibou mentre le forze cominciano a tornargli.

La vista è ancora confusa poi si chiarisce e lui vede, sospesa a mezz’aria, una donna che indossa un costume aderente verde. I suoi lunghi capelli rossi svolazzano al vento, la parte superiore del volto è coperta da una specie di visiera. Dai suoi polsi crepita una qualche energia.

-Allontanatevi da lui!- ordina con voce stentorea agli sgherri della Mano -O dovrò farvi molto male.-

            Ma guarda un po’, pensa Daken con un sorrisetto sulle labbra, sei davvero piena di sorprese McNeil.

 

            Il tuo nome è Daniel Thomas Rand, imprenditore di successo e sei anche Iron Fist, l’Arma Vivente, il guerriero simbolo della favolosa K’Un Lun. Negli ultimi tempi hai dovuto prenderti un forzato periodo di riposo. Il tuo Chi, l’energia interna che ti rende ciò che sei si è quasi prosciugato per mantenerti in vita dopo il tuo scontro con il Serpente d’Acciaio.[5] Sei arrivato al punto di chiederti se non avessi ormai perso il potere del Pugno d’Acciaio.

            Tutto questo, però, perde decisamente d’importanza di fronte a ciò che sta succedendo nella stanza d’ospedale in cui ti trovi. La tua compagna, l’afroamericana Misty Knight è prossima al parto. È il tuo primo figlio e sei giustamente emozionato. Ti chiedi anche che padre sarai.

            Tieni stretta la mano di Misty quando all’improvviso una strana sensazione ti assale e sembra travolgerti come un’onda lasciandoti poi con una pesante consapevolezza.

-Che succede, Danny?- gli chiede, preoccupata, Misty.

-Miranda è in pericolo, lo sento… lo so.-

E allora vai ad aiutarla.-

-Ma tu?-

-Me la caverò. Sono in mano ad ottimi medici e se succede qualcosa, ci penserà Colleen.-

-Puoi contarci.- risponde una ragazza dai capelli rossi inguainata in una tuta bianca.

-Io…-

-Che aspetti?- ti esorta, Misty -Vai.-

Non perdi altro tempo e corri via.

           

Rufus Carter è abituato alla violenza e sa come agire nello scenario di una sparatoria. Si muove circospetto finché non raggiunge alle spalle un uomo che non può che essere il famigerato padre di Sally-Anne, l’irreprensibile, almeno in apparenza, Capo della Polizia di un sonnacchioso paesino dell’Alabama.

Sarebbe facile cedere alla tentazione di ficcargli una pallottola nella nuca, se la meriterebbe per aver violentato sua figlia da quando aveva 11 anni. Forse Carter cederebbe a quella tentazione se improvvisamente non si udisse il rumore di sirene in avvicinamento: la solerte polizia di El Paso.

Meglio trovare Phil Dexter e Sally-Anne e filare assieme in qualche posto più sicuro prima di dover rispondere a domande imbarazzanti.

 

 

3.

 

 

            Gli assassini della Mano non sono mai stati noti per essere loquaci e questi non fanno eccezione. Si dispongono a semicerchio davanti alla donna in costume che parla ancora.

-Arrendetevi pacificamente e verrete trattati con giustizia.-

            Non si aspetta davvero che le diano retta ma doveva almeno provarci, si dice la donna chiamata Vindicator mentre si prepara a sferrare un secondo colpo.

            Shibou le avvolge il polso con la sua catena trascinandola a terra per poi allungare le mani verso di lei.  Improvvisamente due artigli metallici spuntano dal suo petto mentre la voce di Daken risuona sarcastica:

-Dici di essere figlio della Morte, vediamo se mammina ti vuole a casa.-

            Il misterioso killer cade in ginocchio mentre il figlio di Wolverine ritrae gli artigli. Annaspa ma non muore mentre la sua ferita inizia a richiudersi.

-In effetti sei duro a morire.- ammette Daken e lo trapassa ancora una volta.

            Solo l’istinto gli permette di evitare la lama di Lady Gorgon che gli si precipita addosso ma non i nunchaku di Cherry Blossom ed ancora una volta una lama sta per calare sul suo collo. Come riesce a mettersi sempre in questi guai?

 

            La Polizia di El Paso arriva sul luogo dove è stata segnalata una sparatoria e non trova nessuno a parte i cadaveri di due uomini vestiti casual che giacciono ai piedi delle scale che portano al piano superiore del motel. Da un esame superficiale sembra chiaro che sono stati uccisi nel corso di un conflitto a fuoco. Il loro avversario doveva essere molto bravo perché li ha presi entrambi in punti vitali senza sprecare colpi mentre loro non sono stati altrettanto in gamba.

Poco lontano c’è un altro corpo, quello di un uomo sulla quarantina che indossa un elegante completo scuro ed ha una ferita d’arma da fuoco al torace apparentemente sparata a bruciapelo.

-Respira debolmente ma è ancora vivo.- dice un agente chinatosi ad esaminarlo.

            L’uomo è rapidamente caricato su un’ambulanza e trasportato al più vicino ospedale in condizioni critiche.

            Mentre l’uomo lotta tra la vita e la morte, i poliziotti fanno le loro indagini e scoprono alcune cose interessanti:

-Erano in tre.- dice il portiere -Venivano dall’Alabama, così hanno detto. Quello che sembrava il capo mi ha mostrato un distintivo da poliziotto.-

-Ed era vero?- chiede un detective.

-A me lo sembrava. Mi hanno detto che cercavano una ragazzina scappata di casa. L’unica che rispondesse alla descrizione era arrivata poco prima assieme a un negro… voglio dire un afroamericano… che diceva di essere il suo patrigno.-

-E tu gliel’hai indicata.-

-Beh…-

-Capito. Dove sono quei due adesso?-

-Non ne ho la minima idea.-

            Non ci vuole molto per scoprire che la strana coppia è scomparsa e così anche altri due ospiti del motel: un uomo ed una donna. Le ricerche sui nomi che hanno dato tutti e quattro risulta inutile e quando, finalmente, arrivano i primi riscontri sulla identità c’è in serbo un’altra sorpresa: i due morti sono effettivamente due agenti della Polizia dell’Alabama, le impronte che potrebbero essere della ragazzina non sono nel sistema e quelle degli altri tre sono…

-Classificate? Che significa?- esclama un detective.

-Che c’è in ballo qualcosa di grosso, forse troppo per noi. Chiamiamo i Rangers[6] e i federali.-

 

            Rufus Carter e la giovane Sally-Anne non sono molto lontani ma è come se lo fossero: hanno appena attraversato in auto il ponte che connette El Paso con Ciudad Juárez in Messico. Le autorità di confine di entrambi i lati prestano meno attenzione a chi vuole entrare in Messico che a chi vuole uscirne.

            Sally-Anne rompe il silenzio che ha tenuto finora e chiede:

-Mr. Dexter… è morto?-

-Non lo so.- risponde, ruvido, Rufus -Spero di no ma in ogni caso, non potevamo portarcelo dietro. Lui capirebbe.-

            Dal suo sguardo Carter intuisce che l’adolescente dell’Alabama non è molto convinta. Beh, non può farci nulla.

-Dexter è un duro, sono convinto che se la caverà.- aggiunge non troppo convinto.

-Che facciamo adesso?- chiede ancora la ragazza.

-Tu dovrai trovarti un posto sicuro dove stare ed io dovrò tornare indietro per rintracciare Kestrel e Hunter ed i impedir loro di… fare quel che intendono fare.-

-E sarebbe?-

-Un omicidio.-

 

 

4.

 

 

            Miranda Rand sente il fiato del demone alitare sul suo viso e sa di stare guardando in faccia la sua morte.

-Sarò misericordioso con te.- le dice il demone -Morirai in un attimo.-

-Grazie ma ne faccio volentieri a meno.- replica Miranda.

            Infila la mano nella bocca del demone e lascia che il potere scorra di nuovo da lei fino al pugno chiuso che diventa sempre più brillante.

            L’esplosione che segue la sbalza all’indietro proiettandola oltre il bordo del tetto su cui si trova. Con uno sforzo di volontà riesce ad aggrapparsi al cornicione e si tira su a fatica.

-Ti do una mano.- dice una voce familiare mentre una stretta ferrea le serra il polso destro aiutandola a rimettere piede sul tetto,

            Miranda non è sorpresa di trovarsi davanti suo fratello Danny nei panni di Iron Fist.

-Che è successo?- le chiede lui in tono preoccupato.

            Lei non risponde e si precipita verso il punto dove prima si trovava il demone e dove ora ci sono solo residui nerastri.

-L’ho ucciso?-mormora perplessa.

-Vuoi dirmi cosa sta accadendo?- la incalza Iron Fist.

            Lei lo spiega succintamente l’accaduto ed alla fine Danny dice:

-Dubito che sia davvero morto. I demoni non muoiono così facilmente. Temo che lo rivedremo.-

            Se accadrà mi troverà pronta, pensa Miranda.

 

            Daken si getta all’indietro trascinando con sé Cherry Blossom e contemporaneamente, con un colpo dei suoi artigli, spezza la catena del nunchaku della sua avversaria.

-Di solito non mi dispiace stare sopra una bella ragazza…- dice in tono ironico -… ma queste non sono le migliori circostanze.-

-Ti ucciderò, traditore.- replica la ragazza giapponese nella sua lingua.

-Quanta ostilità. Ma tu non lo pensi davvero, ho ragione?-

            Daken la bacia e dopo qualche istante lei ricambia il bacio. Il potere mutante del figlio di Wolverine di affascinare chi desidera agisce anche sulla killer addestrata della Mano. Cherry Blossom sembra aver dimenticato del tutto la sua missione.

 

            La vista di un uomo che abbina ad un moderno completo scuro ed un’impeccabile                                                camicia bianca un cravattino di cuoio, stivali da cowboy ed un cappello Stetson non è certo una vista strana per le strade di una qualunque città del Texas e se non fosse che scende da un’auto sportiva che costa un sacco di soldi, nessuno baderebbe all’arrivo di John Marshall Muldoon, meglio conosciuto da amici e nemici con il nomignolo di Texas Jack, lo stesso di diversi personaggi del Vecchio West, e basta guardarlo per concludere che probabilmente Texas Jack Muldoon nel Vecchio West si sarebbe trovato molto più a suo agio che nel tempi moderni.

            Allevatore, petroliere e soprattutto schifosamente ricco, Texas Jack non è tipo da dormire sugli allori ed è sempre in cerca di nuove sfide siano esse industriali, finanziarie o di altro genere.

            Mentre si avvia verso un palazzo su cui è ben visibile il logo della Roxxon Energy Corporation è del tutto inconsapevole di essere osservato attraverso le lenti ad alta definizione del mirino telescopico di un fucile ad alta precisione da cecchini.

 

 

5.

 

 

            Quando la porta della suite viene sfondata lo spettacolo che si presenta al detective di quello che è uno dei più famosi e costosi hotel di New York non lo sorprende molto: una giovane donna bionda completamente nuda distesa sul letto e letteralmente squartata.

            Non è sorpreso perché sa di altre due giovani donne assassinate nello stesso modo in altri hotel di lusso della Grande Mela negli ultimi giorni.

C’è un serial killer in giro ma non uno normale, questo è certo, altrimenti come avrebbe fatto ad uscire da una suite ermeticamente chiusa dall’interno?

 

            Texas Jack Muldoon esce dall’ascensore al piano che ospita gli uffici di El Paso della Roxxon Energy Corporation. Un uomo elegante dai capelli grigi si fa avanti e gli porge la mano. Lui la stringe vigorosamente.

-Benvenuto alla sede texana della, Mr. Muldoon. Io sono David Walsh, Supervisore delle Operazioni nel Golfo del Messico e Sud Ovest.- si presenta l’uomo.

-La prego, mi chiami Texas Jack come fanno tutti, lo preferisco.- replica l’altro.

-Come desidera, Mr… Texas Jack. Lei è famoso in tutto il Texas, direi in tutto il Sud Ovest. Se ho capito bene vuole fare affari con noi.-

-Non prendiamoci in giro, Walsh. Lei sa benissimo perché sono qui e a me piace andare dritto al punto e parlar chiaro: io non voglio fare affari con la Roxxon, voglio acquistarla.-

 

            Non molto lontano da lì qualcuno sta seguendo l’intera conversazione tramite microcamere e sofisticati microfoni.

            Mi dispiace per lei, Mr. Muldoon o Texas Jack o comunque voglia farsi chiamare, pensa l’uomo di nome Max Hunter, ma nonostante le sue intenzioni, lei non acquisterà la Roxxon perché i morti non possono comprare nulla.

 

 

EPILOGO

 

 

            Quando la ragazza euroasiatica esce dall’ascensore trova davanti una vecchia conoscenza: il Tenente di Polizia Joe La Bianca.

-Buongiorno, Miss Ishikawa.- la saluta il detective -Sembra che sia di ritorno da un viaggio.-

-In effetti è così, Tenente. Sono stata cinque giorni a Vancouver per un’asta di opere d’arte.- replica, perplessa, la ragazza.

-Oh!-

Sul volto del Tenente un’espressione strana, Sembra al tempo stesso delusione e sollievo.

-Intende gli ultimi cinque giorni, tutti?- prosegue.

-Sì, è esattamente quello che intendevo. Ora se volesse spiegarmi il perché di queste domande strane…-

            Il volto di La Bianca incupisce mentre replica:

-È molto semplice: Shi è tornata in azione.

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Davvero poco da dire, quindi partiamo subito:

1)     Texas Jack Muldoon è stato creato da Jack Kirby su Captain America Vol. 1° #202 datato ottobre 1976. Chi segue la nostra serie Vendicatori Segreti sa che è il finanziatore di una squadra di mercenari guidata da Sharon Carter e di cui fanno parte: Paladin, Diamante, Yukio e Nomad.

2)     Il Detective Frank Farrow è stato creato da Gerry Conway & Sal Buscema su Spectacular Spider Man Vol. 1° #145 datato dicembre 1988.

3)     Shibou è stato creato da H. Haden Blackman & Michael Del Mundo su Elektra Vol 3° #8 datato gennaio 2015.

4)     David Walsh è stato creato da Christopher Yost & Khoi Pham su Scarlet Spider Vol. 2° #9 datato novembre 2012 ed è al suo debutto MIT.

5)     Su chi siano Joe La Bianca e Ana Ishikawa torneremo presto ma forse l’avete già capito.

Nel prossimo episodio: assassini, demoni e di più.

 

 

Carlo

Carlo.



[1] Crime Scene Unit.

[2] Carattere di uno dei due sistemi di scrittura giapponese denominati Katagana e Hiragana.

[3] Il crimine organizzato giapponese.

[4] Nell’episodio #65.

[5] Nell’episodio #92.

[6] I Texas Rangers non il supergruppo-_^